Le famiglie naturali possono trovarsi in temporanea difficoltà. Senza spezzare i legami, ma creandone di nuovi, sono anch’esse protagoniste attive dei percorsi di affido e accoglienza. I genitori naturali devono essere informati e coinvolti nel progetto di affido e mantenere i rapporti coi figli e la nuova famiglia affidataria, tenendo conto di quanto disposto dall’Autorità giudiziaria e dai servizi.
In particolare la famiglia naturale deve essere sostenuta e accompagnata dai servizi per intraprendere un percorso di consapevolezza delle proprie difficoltà e recupero delle capacità genitoriali al fine di permettere il rientro dei figli.
I minori affidati e i figli naturali sono al centro dei patti di affido e accoglienza. Gli affidati hanno da 0 a 18 anni, talvolta fino a 21. Provengono da contesti difficili e possono presentare delle difficoltà personali sul piano affettivo, sociale o comportamentale, per questo motivo possono aver bisogno di un supporto speciale, che accompagni loro e la famiglia affidataria. E’ importante che gli adulti che li circondano non dimentichino mai di ascoltare i minori affidati e i figli naturali per coinvolgerli, ove possibile, nel percorso di affido e tenere conto dei loro desideri e aspirazioni.
I genitori affidatari, adeguatamente preparati, accolgono i minori ed affiancano le famiglie naturali. Anche i single e le coppie di fatto possono essere affidatari. Gli affidatari devono essere ben consapevoli della durata temporanea dell’affido e del loro ruolo di supporto, non di sostituzione alla famiglia naturale.
Gli affidatari sono un affetto in più per crescere, per raggiungere quella normalità che manca e che serve al minore per diventare adulto.
Il percorso degli affidatari non è un fatto privato, perché l’affido è un evento familiare e sociale che coinvolge la comunità.
La rete di servizi, pubblici o privati, sostiene i protagonisti nel loro viaggio, attraverso percorsi di formazione, accompagnamento e ascolto. La rete ha la responsabilità di operare in stretta collaborazione, per valorizzare al massimo le reciproche specificità e far sì che il percorso di affido e accoglienza sia fruttuoso e positivo. Accanto agli operatori dei servizi, il privato sociale e le reti di famiglie assumono un ruolo sempre più rilevante, tanto da arrivare a intercettare bisogni che il servizio pubblico per sua natura non riesce a soddisfare pienamente.
Il Tribunale per i Minorenni (Magistratura) mantiene un ruolo cruciale nel definire i percorsi dell’affidamento familiare giudiziale e vigilare sull’affido consensuale. Lo svolgimento di tale compito, da parte dei vari ordini coinvolti dell’Autorità giudiziaria, fornisce un’ulteriore garanzia al rispetto del principio dell’interesse superiore del fanciullo, solennemente richiamato dalla normativa su questo tema e cardine di ogni intervento al riguardo.