I protagonisti della storia
- Famiglia naturale: mamma Federica 33 anni, papa Marco 42 anni, entrambi senegalesi
- Minore in affido: Luca, 4 anni
- Famiglia affidataria: Stefano e Maria, 5 figli
- Le reti: la famiglia allargata, la scuola dell’infanzia, il gruppo missionario, l’assistente sociale del comune, il Centro psico sociale
Marco vive da tempo in Italia, lavora a tempo pieno e indeterminato ed è ben inserito nel suo contesto di vita.
Torna in Senegal per sposarsi e fa rientro con la moglie Federica. Dopo poco tempo nasce Luca. Federica fatica ad adeguarsi alla vita italiana, non riesce ad inserirsi e si sente sola, priva dei sostegni familiari che aveva nel proprio paese d’origine.
Inizia cosi una fase depressiva importante. Nonostante i supporti garantiti dalle associazioni, dal marito e dalle altre connazionali non riesce a stare meglio. La scuola dell’infanzia inizia a segnalare disturbi del comportamento di Luca: è spesso assente, chiuso in se stesso, fissa il vuoto. Federica acconsente ad iniziare un percorso di presa in carico al CPS e si inizia una valutazione per Luca. Emerge un quadro preoccupante: Luca non viene stimolato, la mamma non riesce a rapportarsi a lui in modo affettuoso perché troppo concentrata su se stessa.
Entrambi i genitori accettano di essere seguiti dal servizio sociale in modo consensuale. Non vengono emessi decreti del Tribunale. Federica e Marco riconoscono i problemi di Luca. Marco riesce ad occuparsi di lui in modo adeguato, ma trascorre tutta la giornata al lavoro. Chiedono aiuto per crescere Luca.
Il servizio sociale chiede a Stefano e Maria la disponibilità ad accogliere Luca per un affido diurno. Viene firmato un progetto consensuale: il papà, prima di andare al lavoro, porta Luca dagli affidatari verso le 7:30 e poi lo va a riprendere per le 18:30 all’uscita dal lavoro. Gli affidatari lo accompagnano a scuola, gli fanno la doccia e gli danno la cena. Luca inizia subito a migliorare, gioca volentieri con i figli degli affidatari, dimostra entusiasmo e piano piano impara tante nuove cose. Il papà si assume un impegno davvero grande e, seppur con tanta fatica, lo porta avanti (casa, lavoro, figlio, moglie et.).
Il contatto quotidiano con il padre è complicato per gli affidatari, ma ogni richiesta dei genitori viene accolta con molto rispetto e attenzione. Il papà si sente accolto da Stefano e Maria che, nonostante la vicinanza dimostrata sanno anche dare suggerimenti su cosa piace a Luca, cosa gli da fastidio, cosa lo fa divertire, suggerimenti che lui accetta e mette in pratica. In alcuni casi il papà arriva in ritardo, porta Luca anche nei giorni non concordati perché ha bisogno di riposare e di avere del tempo per se.
Gli affidatari accettano, segnalano al servizio e si concorda insieme come procedere.
La situazione nel tempo migliora la mamma di Luca inizia a stare meglio. La coppia ha anche una seconda figlia. Stefano e Maria restano un punto di riferimento importante per Luca e i suoi genitori. Luca nel frattempo si è trasferito, ma torna a trovare gli affidatari quando può e quando riesce.
È impossibile, disse l’orgoglio. È rischioso, disse l’esperienza. È inutile, tagliò la ragione. Provaci, sussurrò il cuore.
Anonimo