I protagonisti della storia
- Famiglia naturale: Mamma Paola
- Minore in affido: Michele, da 3 anni in affido
- Famiglia affidataria: Mamma Eleonora e Papà Alberto
- Le reti: Gli assistenti sociali e l’associazione di volontariato.
“Cercate nuove possibilità”… Questa frase è il motto di Maria Fux, una famosa danzatrice…L’ho sentito ripetere molte volte durante le lezioni di danza…Ho provato a danzare con le mani legate, eppure il corpo produceva ugualmente un movimento armonico … Quando la nostra coppia dopo anni di vita insieme non riusciva ad avere figli, pensai con naturalezza che era giunto il momento di cercare altre possibilità.
Il pensiero dell’affido non mi era nuovo, perché conoscevo fin dall’infanzia famiglie che avevano fatto questa scelta. Mio marito non conosceva questa realtà, ma fu subito pronto a seguire questa possibilità con entusiasmo, anche perché nella sua vita ha sempre dato il suo tempo a bambini e ragazzi attraverso l’insegnamento.
Dopo vari incontri di formazione e valutazione giunse il momento di sapere il nome del bambino che ci veniva affidato. Era il 10 agosto, giorno delle stelle cadenti, giorno in cui Michele entrò nel nostro cielo per donarci una luce nuova. Lo aspettammo come si aspettano tutti i bambini, preparandogli la cameretta, dei giocattoli e tanto di fiocco azzurro con i palloncini sulla porta di casa. Il primo giorno che lo incontrammo ci colpirono subito il suo aspetto distinto e il suo carattere generoso; Michele, invece, ci confidò più avanti, fu attratto dal nostro pic-nic a base di riso freddo invece dei soliti panini.
La vita insieme cominciò tranquillamente con le gioie e le fatiche di tutte le famiglie. Tra i bisogni che Michele manifestò per primi ci fu quello di essere seguito nel l’adempimento dei compiti scolastici: sapeva a malapena impugnare una matita e faticava a tracciare ogni forma di segno, leggeva e pronunciava le parole con molte difficoltà. Fece grandi sforzi ed in breve si portò alla pari con i compagni. Ricordiamo sempre le serate passate tutti e tre a leggere e confessiamo di aver imparato a memoria il libro di seconda elementare. Altro bisogno primario fu insegnargli a lavarsi regolarmente, anche i denti oltre a portarlo dal dentista per otturare tutte le carie che si erano già create.
Così Michele guadagnò pian piano fiducia e stima in se stesso ed in noi.
Il giorno di carnevale, dopo essere stati tutti in oratorio, tornando a casa disse :“grazie mamma e grazie papà”! In quel momento potemmo fare solo una cosa: commuoverci. La cosa bella è che tra noi tre c’è sempre un dialogo aperto sia quando si tratta di rinforzarlo sia quando dobbiamo riprenderlo. In tanti aspetti è un bambino maturo, responsabile e pacifico, ma necessità anche che la sua parte più piccola venga accolta, per esempio cantandogli la ninnananna ogni sera. Pur trattandoci come papà e mamma, Michele incontra regolarmente la sua mamma, riportando nei suoi incontri quanto ha appreso e sta apprendendo nella sua nuova temporanea famiglia.
Michele ha una visione disincantata della propria famiglia d’origine e ne coglie autonomamente le fragilità.
Nostro compito è accogliere le sue riflessioni al termine degli incontri protetti che ha con la mamma aiutandolo ad accogliere ciò che di bello ha saputo rilevare o a differenziarsi dai comportamenti problematici che ha visto.
Michele a questo punto del suo percorso di affido (sono tre anni che è con noi) ci chiede di continuo rassicurazioni sul fatto che gli vogliamo bene e che saremo al suo fianco, chiede e regala innumerevoli baci e abbracci.
Il fatto che l’affido sia un’esperienza temporanea non ci impedisce di dare il meglio che possiamo per sostenerlo nella sua crescita, del resto tutte l’esperienze umane sono temporanee, ma ci formano per sempre.
Michele ha fatto questo disegno poche settimane dopo aver iniziato l’esperienza dell’affido con Eleonora e Alberto. Racconta all’assistente sociale indicando la prima immagine:
“E’ un albero e l’uccellino che arriva dall’alto è il bambino in affido”
Mostrando il secondo disegno invece dice:
“Questi sono il bambino in affido e l’affidatario che si tengono per mano e iniziano una strada insieme!”